Il mio strumento di visibile virtù, lo tengo tra le mie sapienti mani, ma ciò che tutto regge ed è invisibile agli occhi è posto nella mia testa, ed è ciò che comunemente viene chiamato ragione.

sabato 22 dicembre 2007

Fatti non foste a viver come bruti

Percepisco l'indifferenza persino nello sbattere delle ali di un colibrì, oggi.
Come se ognuno avesse una campana di vetro attorno a sè, e facesse entrare soltanto l'aria per respirare.

Cosa è successo? Cosa si è rotto?
Cosa è cambiato nella gente?
Cos'è questa mancanza di voglia di stupirsi e capacità di stupire?

Quando ci sono stati donati gli occhi, forse essi erano troppo piccoli per la voglia che abbiamo di guardare soltanto le cose grosse, eppure sono abbastanza grossi per farci notare le cose piccole.

Rivogliamo lo sguardo solo a quello che non c'è, e disprezziamo quello che c'è.
Non meritiamo occhi per guardare. Non meritiamo un cuore per gioire.
Non meritiamo neanche un anima da far sobbalzare.

Eppure, se potessimo fermarci in uno stesso posto e osservarlo per un eternità, senza mai distogliere lo sguardo, capiremmo molte più cose sull'esistenza di quante ne sono state scritte in secoli da filosofi, scienziati e poeti.

Cosa si è rotto, nella gente?

Dubbi e sensazioni

Perchè ho paura anche se sono circondato dalla brava gente?

Intorno a me non vedo assassini. Non sento il rumore di pistole. Non percepisco il calore del sangue.

Perchè allora ho paura?

Perchè ho paura?

mercoledì 19 dicembre 2007

La morte di Dio

Un certo Friedrich Nietzsche una volta disse che Dio è morto.
Accusò anche qualcuno di questo grave omicidio. Quel qualcuno è l'uomo.

Difatti, ecco cosa possiamo leggere da uno delle sue opere più famose, cosi famosa che non conosco il titolo:
Non fiutiamo ancora il lezzo della divina putrefazione? Anche gli dèi si decompongono! Dio è morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso! Quanto di più sacro e di più possente il mondo possedeva fino ad oggi, si è dissanguato sotto i nostri coltelli.

La gravità di queste affermazioni è tale da spaventare qualsiasi forma di civiltà.
Ogni singolo uomo sul pianeta deve sentirsi colpevole; dal più credente al più scettico, passando per gli atei, i deisti, gli agnostici, i laici, i blasfemi e i non praticanti. Tutti, tutti siete responsabili della morte di Dio. TUTTI.

Calma. Io non mi sento responsabile di un bel nulla. Non ucciderei una mosca, figuriamoci l'architetto di questo universo. Eppure, devo fare un esame di coscienza: sono costretto ad ammettere che per me Dio ha progressivamente perso ogni significato.
Colpa della società? Colpa dei valori? Colpa delle tradizioni?

Colpa di Nietzsche?

In un certo senso, sì.
O meglio, è colpa sua se mi sono reso conto della perdita di significato del concetto di Dio nella mia vita. Per usare un'espressione cara a Kant, sono stato svegliato dal mio sonno dogmatico.
Quindi un bel giorno, trovandomi di fronte alla domanda: Chi ha ucciso realmente Dio? Non ho potuto fare a meno di rispondermi, a mio modo, indagandomi e indagando ciò che ho attorno.

E così, dopo essermi dato una risposta plausibile per la mia esperienza, un'altra domanda mi è giunta spontanea, e mi sono chiesto: Ma sarà così per tutti?

Omettendo volontariamente la mia risposta alla domanda sulla Morte di Dio, per non influenzarvi troppo e tirare fuori in maniera più sincera le vostre idee, voglio rivolgervi lo stesso identico quesito, e gradirei se mi rispondeste in maniera più personale possibile.

Cosi, vi chiedo, nella vostra esperienza, Dio è morto? E se è morto, cosa lo ha ucciso?