Il mio strumento di visibile virtù, lo tengo tra le mie sapienti mani, ma ciò che tutto regge ed è invisibile agli occhi è posto nella mia testa, ed è ciò che comunemente viene chiamato ragione.

mercoledì 19 dicembre 2007

La morte di Dio

Un certo Friedrich Nietzsche una volta disse che Dio è morto.
Accusò anche qualcuno di questo grave omicidio. Quel qualcuno è l'uomo.

Difatti, ecco cosa possiamo leggere da uno delle sue opere più famose, cosi famosa che non conosco il titolo:
Non fiutiamo ancora il lezzo della divina putrefazione? Anche gli dèi si decompongono! Dio è morto! Dio resta morto! E noi lo abbiamo ucciso! Quanto di più sacro e di più possente il mondo possedeva fino ad oggi, si è dissanguato sotto i nostri coltelli.

La gravità di queste affermazioni è tale da spaventare qualsiasi forma di civiltà.
Ogni singolo uomo sul pianeta deve sentirsi colpevole; dal più credente al più scettico, passando per gli atei, i deisti, gli agnostici, i laici, i blasfemi e i non praticanti. Tutti, tutti siete responsabili della morte di Dio. TUTTI.

Calma. Io non mi sento responsabile di un bel nulla. Non ucciderei una mosca, figuriamoci l'architetto di questo universo. Eppure, devo fare un esame di coscienza: sono costretto ad ammettere che per me Dio ha progressivamente perso ogni significato.
Colpa della società? Colpa dei valori? Colpa delle tradizioni?

Colpa di Nietzsche?

In un certo senso, sì.
O meglio, è colpa sua se mi sono reso conto della perdita di significato del concetto di Dio nella mia vita. Per usare un'espressione cara a Kant, sono stato svegliato dal mio sonno dogmatico.
Quindi un bel giorno, trovandomi di fronte alla domanda: Chi ha ucciso realmente Dio? Non ho potuto fare a meno di rispondermi, a mio modo, indagandomi e indagando ciò che ho attorno.

E così, dopo essermi dato una risposta plausibile per la mia esperienza, un'altra domanda mi è giunta spontanea, e mi sono chiesto: Ma sarà così per tutti?

Omettendo volontariamente la mia risposta alla domanda sulla Morte di Dio, per non influenzarvi troppo e tirare fuori in maniera più sincera le vostre idee, voglio rivolgervi lo stesso identico quesito, e gradirei se mi rispondeste in maniera più personale possibile.

Cosi, vi chiedo, nella vostra esperienza, Dio è morto? E se è morto, cosa lo ha ucciso?

2 commenti:

Laura Girolami ha detto...

tralasciando il fatto che per me dio non è mai esistito, e se è esisito deve farsi perdonare un bel pò di cose...CMQ! dio è morto? forse.
i suoi carnefici? credo che siano i suoi stessi credenti, o meglio quelli che si millantano tali, andando in chiesa la domenica, pregando e, tornati a casa, bestemmiano, picchiano le mogli, le tradiscono, dicono falsa testimonianza, rubano, non rispettano nessuno, figuriamoci il padre e la madre...
poi oltre i fedeli in borghese, occupiamoci dei fedeli in divisa, i preti.
bella categoria, immersa nell'oro, nello sfarzo del vaticano, predicando i valori francescani all'operaio.

cercaevi un'altra scusa per i vostri inconvenienti nella vita...

"la religione è l'oppio dei popoli"...

Anonimo ha detto...

Precisando che la tua citazione si trova sulla "Gaia sceinza". Cmq sia non credo che col termine Dio Nietzsche intendesse il tipico Dio cristiano. Credo che lui intendesse, in modo allegorico, tutta quella serie di valori, ideali, etc etc, che sono alla base della nostra cultura, del nostro vivere. Così come il religioso rifiuta la creatività della vita ricercando la tranquillità nel proprio Dio, così l'uomo da sempre cerca valori in cui rifugiarsi e trovare riparo. Questo è secondo Nietzsche sbagliato e ha reso l'individuo debole, fragile, vittima. "C’è nell'uomo una sostanziale paura della creatività della vita, che produce valori collettivi sotto la cui giurisdizione la vita viene disciplinata, regolata, schematizzata. Sono "valori che disprezzano la vita", che generano un processo di nullificazione." Il grido che Nietzsche lancia, "Dio è morto". Noi dobbiamo uccedere questo Dio. Dobbiamo lasciare che la potenza della nostre ragione, che la nostra creatività si fondino con la creatività della vita. Distruggere per ricreare. Nichilismo attivo. Solo così possiamo arrivare all' oltreuomo. Un uomo che va oltre il proprio Dio. Uccidendolo, e ponendo le basi assieme all'unico vero "Dio" che nietzsche conosce. La vita. E qui bisognerebbe proseguire con un'analisi sulla concezione di attimo di Nietzsche ma il discorso sarebbe infinito. Lo continueremo in privato. Bella Sam. by Pain