Il mio strumento di visibile virtù, lo tengo tra le mie sapienti mani, ma ciò che tutto regge ed è invisibile agli occhi è posto nella mia testa, ed è ciò che comunemente viene chiamato ragione.

sabato 12 gennaio 2008

5 e 55 di mattina

















è tardi, è presto, che importa? sono concetti totalmente relativi. è tempo, è sempre tempo, quello è l unica cosa assoluta, il tempo c'è, scorre, inesorabile, verso una sola direzione.
ed Ora sono schiacciato tra le pieghe della mia stanza, particolarmente pesante e orribilmente grande. Il bianco mi mangia. Il bianco mi disintegra. Il bianco mi integra. il bianco. il bianco. è tutto intorno a me.
ed Ora sono perso tra pensieri inesistenti eppure reali, e la mia coscienza ha appetito da sfamare: presentati al suo banchetto, mondo, e saziala come solo tu riesci; e fa si che questi pensieri non mi diano più noia.
Il mio peso è riuscire ad esprimere troppo la mia sostanza, ed ora vorrei sapere per cosa o per chi essa sta cantando. Forse sono solo i vaneggiamenti di un uomo stanco? O le angoscie di un uomo stanco? Quanti accezioni può avere il termino stanco? Non lo so, forse tante, di sicuro un paio. Ed ora mi accingo a lasciare questo posto, perchè ora albeggia, ed è tempo di dormire.

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