Il mio strumento di visibile virtù, lo tengo tra le mie sapienti mani, ma ciò che tutto regge ed è invisibile agli occhi è posto nella mia testa, ed è ciò che comunemente viene chiamato ragione.

domenica 13 gennaio 2008


Certe volte sbatto porte senza neanche accorgermene, le lascio chiuse dietro le mie spalle incurvate mentre entro in stanze inesplorate e piene di dolore nascosto nella penombra.
Si, vorrei evocare il terribile significato della ricerca di un equilibrio, che è possibile soltanto quando non lo si ha più, oppure quando non lo si ha mai avuto. E fa male, dannazione. Come strapparsi un lembo di pelle e lasciare sanguinare la ferita, nella disperata ricerca di una garza per fermare l'emorragia.
Mi viene in mente l'immagine di me quando ero ancora troppo piccolo per sapere cosa significasse vivere, che zompetto in giro per la stanza da letto di mio fratello, toccando tutto quello che trovo. Percependo per la prima volta l'odore del legno di un armadio, la luminosità di un raggio di sole che penetra le persiane tagliando l'aria polverosa, il dolore di colpire con la testa un angolo del letto. Cadendo, inciampando sulle mie tozze gambe puerili, sempre aiutato da qualcuno a rialzarmi. Ecco, l'immagine di me che esploro felicemente una stanza. Quanto ero felice di poter dare un nome tutto mio alle cose. A ripensarci adesso, avrei dovuto godere di quel privilegio, perchè a quell'età ero io a dare una forma al mondo, ed ero io a decidere, immerso nella mia inconsapevolezza.
Ma più di ogni altra cosa, avrei dovuto godere della luce che riempiva la stanza. La luce dava forma ai miei ostacoli. Riuscivo a capire dove andare, dove non andare, cosa toccare e cosa evitare. Se poi cadevo o andavo ugualmente a sbattere, rialzarsi non era un problema, perchè era facile imparare a dare forma a quell'ostacolo.

E' stata la consapevolezza del significato della vita a rabbuiare le mie stanze da esplorare.


Dio quanto mi manca quella stanza luminosa.

1 commento:

Laura Girolami ha detto...

anche senza luce dobbiamo saper evitare gli ostacoli.
se i videogiochi ci hanno insegnato qualcosa è che andando avanti i livelli sn sempre + difficili...e andando avanti sarà sempre più difficile e + soddisfacente sarà il superarli.